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L'8 settembre 1943, storica data dell'armistizio tra l'Italia e le forze di liberazione, ha inizio il diario del militare Giuseppe Fazzari, un emozionante resoconto dell'inferno nel quale si è trovato coinvolto durante la prigionia nei campi di concentramento tedeschi. Giuseppe è di Bella di Nicastro (ora Lamezia Terme), ha solo ventiquattro anime con un linguaggio semplice e tocchi di elevata umanità ricorda i maltrattamenti e i patimenti vissuti in quel buio periodo, ma anche le sue speranze di riappropriarsi del suo futuro, di riabbracciare i propri cari, di avere la possibilità di amare ed essere amato. Dietro l'angolo, purtroppo, vi è ad attenderlo un amaro, crudele destino. Demetrio Russo completa la fotografia di quegli anni con una carrellata di storici personaggi lametini, come "Donna Rosina", (alias Cirrilla), una signora modesta e umile che si lascia incantare dall'illusione di una vita migliore al di là dell'oceano, "Migni-Mogni", sordomuto presente dietro a ogni feretro nei cortei funebri cittadini e che si diverte a prendere in giro i suoi compaesani, il professor Diego Menniti, medico di grossa levatura scientifica e presunto superstizioso, e tanti altri.